PlayStation VR2 vs PSVR: cosa cambia? Risoluzione, campo visivo e controlli

2023-02-22 16:34:48 By : Mr. Jun xin

Analizzato a fondo il nuovo headset di Sony nella nostra recensione di PlayStation VR2, il confronto diretto con il vecchio modello appare inevitabile: PSVR ha avuto il merito di far conoscere il gaming in realtà virtuale al grande pubblico, stuzzicando anche l'interesse dei giocatori meno avvezzi a questo segmento e riuscendo ad entrare nelle case di ben sei milioni di utenti. Mettere uno di fronte all'altro i due modelli può quindi essere utile per capire come il nuovo PSVR2 si sia evoluto rispetto alla sua prima iterazione, e se i tecnici del colosso giapponese abbiano in qualche modo accolto gli insegnamenti maturati nel corso del suo ciclo vitale. Mettetevi comodi e buona lettura!

Uscito nel 2016, il primo visore targato PlayStation si è trovato di fronte a un mercato ancora piuttosto acerbo, popolato dai primi headset accessibili al pubblico consumer. L'obbiettivo di Sony era quello di diffondere un nuovo strumento con il quale veicolare un tipo di intrattenimento videoludico ancora piuttosto inesplorato e seguendo, al netto dei limiti tecnici imposti dai tempi, la filosofia dell'immediatezza "da salotto". Da questo punto di vista PlayStation VR2 prosegue sul solco tracciato dal suo predecessore, proponendo però un'esperienza "premium" che punta tutto sulla qualità.

Questo innalzamento degli standard si riscontra sin dai primissimi momenti in cui si ha a che fare con il nuovo gioiellino di PlayStation. A livello estetico PSVR2 è l'evidente evoluzione del fratello "maggiore", e nel suo assetto è possibile rintracciare lo stesso concept di base. A fare la differenza però sono la scelta dei materiali e l'incredibile attenzione per i dettagli riversata nel più recente modello, tutti fattori immediatamente percepibili. Entrambi i visori si presentano con una struttura simile, composta da due sezioni principali: un blocco anteriore che ospita lenti e sensori, e un archetto posteriore che circonda la testa del giocatore. Rispetto al suo predecessore PSVR2 presenta linee più curate, morbide, con rifiniture e dettagli di qualità superiore. La membrana che protegge il vano lenti è più estesa e, a differenza di quella installata su PSVR, riesce a isolare completamente dalla luce esterna. Il nuovo archetto posteriore è caratterizzato da forme più snelle, i cuscini interni sembrano pensati per non andare incontro ad una rapida usura e il meccanismo di regolazione risulta ulteriormente semplificato. Anche il cavo USB appare più solido nonché dotato di un'inclinazione tale da rendere più funzionale il collegamento alla console, riducendo il rischio di intralciare i movimenti del giocatore. Infine la disposizione del "girocollo" degli auricolari, perfettamente aderente al visore, si avvicina molto a quella vista nella seconda versione di PSVR, che rispetto a quella d'esordio vantava una migliore gestione del cablaggio. Sul fronte dei comandi PlayStation VR2 rivoluziona in toto l'impostazione del predecessore, proponendo due controller più in linea con gli attuali standard della VR, tanto avanzati dal punto di vista tecnologico quanto dotati di feature innovative .

Addio quindi ai vecchi Move e all'utilizzo del pad: i PSVR2 Sense aprono le porte ad una completa libertà di movimento durante le sessioni di gioco, ricalibrando verso l'alto l'intera esperienza d'uso. In generale, PSVR2 rappresenta un deciso passo avanti sul piano della vestibilità e del comfort: la gestione del bilanciamento è notevolmente migliorata, così come la comodità del visore, in particolar modo nella zona facciale. Il maggiore spazio offerto dal vano lenti porta vantaggi immediati anche a chi indossa gli occhiali, che finalmente non rischierà di graffiare le lenti a causa dei ripetuti contatti.

Dal punto di vista hardware la distanza tra PSVR e PSVR2 è abissale, soprattutto sotto il profilo della sensoristica. Il primo visore è equipaggiato con un display OLED con risoluzione Full HD, refresh rate a 90 e 120 Hz e un campo visivo di 100 gradi: nonostante la buona qualità della dotazione, soprattutto per l'epoca, l'headset va incontro ad una serie di problematiche piuttosto comuni nel campo della VR, a partite dal più banale "effetto zanzariera" che degrada inevitabilmente la qualità dell'immagine.

PlayStation VR2 si presenta invece con un display OLED con risoluzione 4K e pieno supporto all'HDR, refresh rate di 90 e 120 Hz e un campo visivo aumentato a 110 gradi: al di là dell'evidente miglioramento della risoluzione, ciò che colpisce è il vistoso miglioramento della qualità dell'immagine. PSVR2 sembra aver risolto i classici artefatti causati dalle lenti Fresnel: i colori appaiono brillanti, le immagini nitide, il livello di illuminazione elevato. L'accresciuto campo visivo contribuisce poi ad un maggiore coinvolgimento. Immagini migliori significano poi minori problemi di chinetosi: il nuovo visore abbatte infatti con decisione i fastidi dovuti agli stimoli della realtà virtuale. Il giroscopio e l'accelerometro di PSVR sono stati sostituiti con una componentistica molto più avanzata: PSVR2 sfrutta sensori di movimento a sei assi, un sensore di prossimità IR, uno per il rilevamento dello sguardo e soprattutto quattro telecamere frontali che rivoluzionano l'esperienza. Niente più PlayStation Camera e processore dedicato: il nuovo headset è in grado di analizzare l'ambiente circostante senza l'ausilio di periferiche esterne, offrendo anche una finestra sul mondo reale grazie alle telecamere integrate.

Il sensore per il rilevamento oculare apre poi le porte al Favoated Rendering (una tecnologia che consente all'hardware di concentrare le risorse nel punto visualizzato dal giocatore senza compromettere le prestazioni) e al riconoscimento delle espressioni facciali, che vengono trasferite sul nostro avatar virtuale. Solo queste caratteristiche bastano ad offrire un'esperienza decisamente più immersiva e realistica rispetto a quanto visto nella scorsa generazione su PSVR. Ad aumentare il gap tra i due visori sono poi i controller Sense: la presenza del feedback aptico e dei trigger adattivi alimentano efficacemente il "senso di presenza" trasmesso dalla realtà virtuale, arricchendo ulteriormente - almeno in potenza - il bagaglio sensoriale dei titoli. In buona sostanza, le sensazioni di fisicità offerte da PSVR2 non sono neanche lontanamente comparabili con quelle trasmesse dal capostipite di casa Sony.

Insomma, se PlayStation VR aveva il compito di far conoscere la VR al pubblico, il suo erede si pone l'obbiettivo di consolidare questo segmento e innalzarlo al livello delle proposte più tradizionali di PlayStation. Come abbiamo già specificato nel corso della recensione, però, il deciso miglioramento dell'hardware e della qualità generale non bastano: per riuscire nell'impresa Sony dovrà supportare adeguatamente il suo nuovo gioiello con un parco titoli in grado di giustificare appieno l'acquisto del visore, bilanciando adeguatamente lo sforzo fiduciario richiesto alla platea.

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