Hanno lasciato Ponticelli nella notte tra mercoledì e giovedì i familiari di Antonio Pipolo, il killer reo confesso degli omicidi di Antimo Imperatore e Carlo Esposito: ora sono in una località protetta. La scelta di collaborare con la giustizia è stata obbligata per Pipolo, che ha compreso di rischiare la vita per avere ucciso Imperatore, operaio incensurato, oltre al suo obiettivo, che era Esposito . Le rivelazioni del nuovo collaboratore di giustizia potranno avere conseguenze importanti nel quartiere: in futuro incisive operazioni di polizia che potrebbero giovarsi di notizie recentissime. Nell’immediato però potrebbero rompere alcuni equilibri generando nuova violenza. Adesso quello che preoccupa gli investigatori è in particolare la nuova frattura che si è aperta tra i clan di Ponticelli: una frattura tra i De Martino e i Di Micco, che si stanno scontrando tra loro oltre a conservare la vecchia rivalità con i De Luca Bossa — Minichini. Carlo Esposito e Antonio Pipolo fino a poco tempo fa stavano dalla stessa parte; il duplice omicidio di mercoledì ha dimostrato che gli assetti sono cambiati e ancora non è chiaro il perché.
Pipolo era stato arrestato nel maggio del 2014 per concorso in rapina: assieme a un complice aveva aggredito una coppia di giovani in sosta in una 500 parcheggiata in via Mario Palermo e con la minaccia di una pistola aveva intimato ai malcapitati di consegnare la vettura, colpendo alla testa con il calcio della pistola il ragazzo alla guida dell’utilitaria; la vittima aveva riportato trauma cranico. In questi anni il suo spessore criminale evidentemente è cresciuto tanto da farlo diventare un killer, ma mercoledì mattina, in via Eugenio Montale, Pipolo ha commesso un errore gravissimo: ha sparato alla persona sbagliata . Antimo Imperatore, che era in casa di Carlo Esposito per montare una zanzariera, ha sentito il campanello ed è andato ad aprire. A quel punto Pipolo, colto alla sprovvista, ha sparato anche a lui.
La morte dell’operaio ha suscitato grande dolore a Ponticelli, dove l’uomo, originario di Pozzuoli, viveva da circa quarant’anni : sia i familiari sia i vicini lo descrivono come una persona tranquilla, dedita solo al lavoro. Ieri sera Antimo è stato ricordato con una fiaccolata per le strade del quartiere. All’iniziativa ha aderito anche la Cgil: «Scendiamo in piazza — spiega il sindacato — per ricordare l’ennesima vittima innocente e alzare i riflettori delle istituzioni sui tanti episodi di violenza che da anni segnano questa parte di città». Antonio Bassolino sui social: «È il principale problema della città ed è una grande questione nazionale, ma la sicurezza urbana non riesce a diventare una vera priorità delle istituzioni e delle forze politiche e sociali. Ponticelli è solo l’ultimo episodio».
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